L'Abbraccio Genitale







Il desiderio di fondersi con un altro organismo nell’abbraccio genitale è forte tanto nell’organismo corazzato quanto nell’organismo privo di corazza. Anzi la maggior parte delle volte sarà superiore nel primo, poiché esso non riesce ad ottenere la piena soddisfazione. Mentre la Vita ama semplicemente, la vita corazzata “chiava”. Mentre la Vita agisce liberamente sia nella vita amorosa che in ogni altro campo e lascia che le sue funzioni crescano lentamente dai primi inizi fino al culmine di un gioioso appagamento --- tanto che si tratti della crescita di una pianta dal seme fino alla fioritura e alla maturazione, o della crescita di un sistema liberatorio di pensiero --- così la Vita lascia che le relazioni amorose crescano lentamente da un primo sguardo comprensivo fino alla piena resa nel fremito di un abbraccio. Non c’è nessuna fretta, salvo quando dopo un lungo periodo di astinenza la scarica immediata dell’energia vitale è imperativa. Gli individui corazzati, invece, confinati nella loro prigione, si precipitano contro la chiavata. Il loro odioso linguaggio tradisce immediatamente la sensazione emotiva di “ prendere ” la donna per forza con l a seduzione. Stare con un essere umano dell’altro sesso in una stanza senza provare a vedere “se ci sta”, o senza che la donna tema di venire aggredita, sembra impensabile. Da questo atteggiamento deriva la distruzione di ogni dignità umana nell’istituto dello c h a p e r o n. Di questi tempi l’istituzione sta scomparendo perché la genitalità naturale è entrata a far parte della mentalità dell’opinione pubblica. La Vita può voler dire anche stare a letto con il partner senza pensare a fare l’amore, se non c’è uno spontaneo sviluppo in questa direzione. La Vita non inizia con l’appagamento; si sviluppa fino all’appagamento. Comincia dall’amore, per l’amore, proprio come in qualsiasi altro ambito di funzionamento. La Vita non scrive libri allo scopo di avere un libro “anche” scritto; non esegue i suoi compiti per vederli riferiti subito sui giornali; non scrive“per la gente” ma scrive di processi e di fatti. La Vita costruisce un ponte sicuro per attraversare un fiume e non per ottenere un premio alla convenzione annuale della Società degli ingegneri. E nello stesso modo quando incontra un compagno la Vita non incomincia con l’idea di unirsi a lui. La Vita si incontra e basta. Ci s i può separare nuovamente, si può fare un pezzo insieme e poi separarsi, oppure si può procedere verso la completa fusione. La Vita non ha idee preconcette su ciò che accadrà in futuro. La Vita lascia che le cose seguano il loro corso naturale. Il futuro nasce dal continuo fluire del presente, proprio come il presente emerge dal passato. Certamente. Vi sono sogni, pensieri, speranze riguardo al futuro, ma il futuro non governa il presente come avviene nell’ambito della vita corazzata. La vita, se si sviluppa naturalmente, si interessa al modo di funzionamento e lentamente sviluppa certe capacità per poter funzionare bene. Un biologo o un fisico emergono naturalmente dalle capacità che vengono quando s i esercitano c e r t e funzioni. La vita corazzata è quella che sogna di diventare un medico famoso, un chirurgo di gran rinomanza ammirato da tutti, e fa di tutto per ottenere lunghi articoli sulla sua grande clinica in un grande giornale di un grande paese e alla fine per avere un mucchio di soldi. Questa è l’idea del “ successo ” che hanno gli uomini con la corazza. Si può modificare ad libitun questo esempio per adattarlo al grande Fuhrer di una nazione o il grande leader del popolo o al grande padre dei grandi russi nella più grande Russia, nella parte più estesa del globo. È e rimane sempre la stessa musica, lo stesso modo di anticipare ciò che dovrebbe crescere organicamente, di iniziare dalla fine. La vecchia patologia del cancro partì con l’intenzione di risolvere il mistero dell’origine della cellula cancerosa e si impantanò nei germi aerei. Il mistero venne risolto proprio dove meno si pensava: nell’osservazione di banalissimi fili d’erba a bagno in banalissima acqua. La vita non incomincia a scrivere un libro dal titolo e dalla prefazione. La prefazione e il titolo sono le ultime cose da scrivere, perché devono comprendere il tutto, e ciò non si può fare prima di aver completato l’opera. Non s i incomincia una casa dall’arredamento ma dalle fondamenta. Ma la posa delle fondamenta deve essere preceduta dall’idea generale di come si vuole che appaia l’interno. Tutti i sogni di matrimonio sentimentale iniziano con la deflorazione durante la prima notte e finiscono nel fango della vita matrimoniale. Anche in questo caso sono gli individui corazzati che impediscono alla gente di sapere che il matrimonio deve crescere gradualmente dal seme fino al frutto. E ci vogliono anni perché un albero sia in grado di fare frutti. L’a m o r e coniugale non ha nulla a che vedere con il c o n t r a t t o matrimoniale. L’amore coniugale sorge in maniera molto semplice e facile. La crescita stessa, l’esperienza costante di nuovi passi, la scoperta di nuovi modi di vedere, la rivelazione di un ulteriore elemento nel carattere del partner, non importanta se piacevole o spiacevole, sono in se stessi un grande piacere. Mantengono la gente in movimento. Modificano la direzione naturale individuale di sviluppo. Fanno diventare più belli di qualsiasi saponetta per la quale si fa pubblicità o reclame, e danno al viso la capacità di arrossire al momento giusto. Ci vogliono molti mesi, a volte persino anni, per imparare a conoscere e ad amare il corpo del partener. La scoperta del corpo del proprio partner è essa stessa una gratificazione di prim’ordine. E così il superamento delle prime difficoltà nell’assestamento di due organismi viventi. Lui può non essere sufficientemente gentile quando l’eccitazione è al culmine mentre lei può avere paura della piena dolcezza, della resa completa all’involontario. All’inizio lui può finire troppo “in fretta” e lei troppo “tardi”, o viceversa. La ricerca della comune esperienza di supremo piacere nella fusione completa di quei due fluidi sistemi di energia che chiamiamo uomo e donna, questa stessa ricerca e il reciproco e muto ritrovarsi nelle sensazioni dell’amato e in un vero brivido cosmico, è un puro piacere, limpido come l’acqua di un torrente d montagna e delizioso come il profumo di un bel fiore in un mattino all’inizio della primavera. Questa continua esperienza di amore, di contatto, di mutua restituzione dei piaceri fisici è decorosa schiavitù che accompagna ogni matrimonio che sviluppa naturalmente. L’unione genitale è l’appagamento di questo piacere continuo, ed emerge come il punto più elevato di una catena montuosa che riporta di continuo nelle valli, nelle notte buie e nel maltempo. Si sa che si procede verso nuove altezze molto in alto sopra le valli profonde e buie. E ogni volta che si raggiunge una vetta è un’esperienza diversa dalle precedenti, poiché la vita non è mai la stessa anche negli attimi successivi di una stessa operazione. Non c’è l’ambizione di trovarsi “in cima”, di guardare giù nelle valli o di dire agli altri quante cime si sono scalate ogni quindici giorni. Il silenzio è la regola. Semplicemente si continua a camminare rallegrandosi ogni volta che dopo una faticosa ascesa si giunge in vetta. La preparazione dell’ascensione è bella tanto quanto la salita vera e propria. Il riposo quando si è giunti in vetta è bello come la sensazione di eccitazione che si prova quando per la prima volta gli occhi e tutto il corpo spaziano sul panorama. Durante la preparazione e la salita non ci si chiede continuamente e dolorosamente se si riuscirà ad arrivare in vetta; e non si inventa uno speciale motore tascabile per superare facilmente gli ultimi metri. Quando si giunge in vetta non si trattiene in gola il grido di piacere e non ci si irrigidisce quando si sente sopraggiungere il piacere. Ciascuna fase viene vissuta pienamente. Nell’intimo, si sente che non c’è nessuna difficoltà di arrivare alla meta se si misura attentamente ogni singolo passo. Si è sicuri di se stessi perché in precedenza si sono raggiunte molte vette e si conosce bene il loro sapore fondamentale. Non si permette a nessuno di portarci fino in vetta e non si pensa affatto che cosa penserebbe o direbbe il vicino malizioso se sapesse che cosa si sta facendo. Si lascia chiunque dietro di sé, sia che faccia lo stesso, sia che desideri farlo. Il pieno abbraccio naturale è proprio come salire una montagna; fondamentalmente non è diverso da qualsiasi attività vitale, di grande o piccola importanza. Vivere pienamente significa abbandonarsi completamente a qualsiasi tipo di funzione vitale: lavorare, parlare con gli amici, allevare un bambino, ascoltare, dipingere, o qualunque altra cosa. L’abbraccio genitale nasce naturalmente dall’impulso fisico globale, che si sviluppa lentamente, a fondersi con un altro corpo. Questa fondamentale caratteristica la si osserva facilmente negli uccelli, nelle rane, nelle farfalle, nelle chiocciole, nei cervi in amore o negli altri animali che vivono in libertà. Il piacere finale provocato dalla scarica energetica totale durante l’organismo è la conseguenza spontanea di una somma continua di piaceri minori. Questi piccoli piaceri provocano una senza di contentezza, pur mantenendo il desiderio di averne di più. Non sempre i piccoli piaceri portano alla suprema delizia finale. Due farfalle, maschio e femmina, possono giocare per ore e poi separarsi senza che vi sia stata l’unione. Pos sono andare oltre e unirsi senza penetrazione. Ma una vol ta che hanno unito i loro sistemi energetici corporei vanno fino alla fine. Non si frustrano reciprocamente a meno che non vengono interrotti da un collezionista di farfalle o da un uccello affamato. L’eccitazione totale dell’organismo precede l’eccitazione genitale speciale. La potenzialità orgastica nasce da questo piacere di tutto il corpo e non dalla sola zona genitale. Gli organi genitali sono semplicemente i mezzi della penetrazione fisica d o p o che molto prima del completamente finale si è realizzata la mutua unione dei campi di energia orgonica. I contatti sono gentili. Non si afferra, graffia, stringe, schiaccia. Si giunge fino a dove è dato nel particolare tipo di approccio e non oltre. Un uomo può amare teneramente una donna per mesi, desiderarla intensamente, incontrarla ogni giorno, e non andare oltre una forte stretta di mano o un bacio sulle labbra. Quando per ambedue diviene necessario unirsi, ciò accadrà inevitabilmente, e ambedue sapranno quando è giunto il momento senza che sia necessario dirsi che sono pronti. Ma a questo punto la natura manifesterà i suoi più bei poteri di unificazione di due esseri viventi. Proprio come questi organismi hanno permesso che il loro amore nascesse lentamente e organicamente, fin dove esso voleva giungere, proprio come hanno saputo fare la mossa giusta al momento giusto, così il loro corpi sapranno esattamente come incontrarsi nell’abbraccio. Cercheranno di scoprire le sensazioni del partner e proveranno piacere nello scoprirle. Troveranno il ritmo del corpo del compagno e il grado di abbandono in ciascun momento. Forse essi sentiranno che, per la prima volta, i loro corpi erano pronti ad arrivare fino a un certo punto e non oltre. A meno che la fuzione genitale non sorga naturalmente da quanto ha preceduto questa fase, non si fonderanno e si separeranno nuovamente, per un lungo periodo solo per pochi giorni. “Strutturalizzeremo” la loro mutua esperienza, si abitueranno l’uno all’altro preparandosi a soddisfazioni più grandi. Nessun senso di possesso nei confronti del partner o nessuna necessità di provare la propria potenza oscurerà questi piaceri. Non c’è nulla da “provare”, da “raggiungere” o da “ottenere”. La dolce fusione reciproca o c’è o non c’è. Può esserci in certi momenti e poi scomparire nuovamente. Non può venire obbligata o trattenuta con la forza. A meno che non si stabilizzi o aumenti di intensità, nessun rapporto sessuale si trasformerà in fusione genitale. Se alla fine si realizza la fusione genitale senza che parallelamente si sviluppino sentimenti di dolcezza e di fusione, in seguito si rimpiangerà questa mancanza che oscurerà il loro piacere e potrà rovinarlo definitivamente. Quindi il salvaguardare le piene delizie supreme è la miglior salvaguardia del comportamento autoregolato nella sovrimposizione orgonotica di maschio e femmina. L’orgasmo nel suo vero senso biologico è la conseguenza del netto aumento delle onde di eccitazione e non qualcosa di già pronto che si conquista con una dura fatica. È la convulsione unitaria di una singola unità energetica che, molto prima della fusione, era costituita da due unità, e che dopo la fusione si scinderà nuovamente in due esistenze individuali separate. Dal punto di vista bioenergetico, l’orgasmo rappresenta una perdita totale dell’individualità in uno stato completamente diverso: non è che la donna ottenga l’orgasmo dall’uomo e che l’uomo lo ottenga dalla donna, come la mente malata degli uomini tanto del primo quanto del ventesimo secolo è avvezza a credere. La prova di ciò sta nel fatto che l’“ottennimento” dell’orgasmo scompare completamente in seguito a trattamenti medici, mentre la vera fusione biologica non scompare ma piuttosto aumenta di forza. Questi argomenti sono di fondamentale importanza. In due organismi viventi l’orgasmo è un evento che accade e non qualcosa che bisogna “raggiungere”. È come l’improvvisa protrusione di protoplasma di un’ameba in movimento. Non si può “avere” un orgasmo con chiunque. È possibile fottere con chiunque perché è necessaria solo la frizione dell’organo genitale o una forte sensazione di solletico per produrre la scarica del liquido seminale. Un orgasmo è molto diverso e molto più di una forte sensazione di solletico. Non si può “raggiungere” l’orgasmo graffiando o mordendo. L’uomo e la donna che graffiano e mordono, lottano per ottenere con ogni mezzo un contatto bioenergetico. Il contatto orgastico è una cosa che accade all’organismo. Non si deve “farlo”. Accade solo con alcun organismi ed è assente con molti altri. È su questo fatto che si fonda la vera moralità sessuale. L’organismo “chiavante” deve aggredire per “riuscire”. Finisce con lo”strofinarlo fino all’esplosione” o “fare l’amore”. L’organismo che ama si lascia sommergere dal flusso dei sentimenti e segue un esperto guidatore di canoa mantiene il perfetto controllo della barca su un impetuoso torrente di montagna. L’esperto cavaliere di un purosangue si lascia portare e tuttavia è padrone della cavalcata. Per ottenere questo un organismo indurito compie una fatica paragonabile a quella di una persona che corre con un sacco attorno alle gambe. Riesce solamente a saltellare compiendo grandi sforzi. Alla fine si ritrova esaurito e nella corsa c’è stata solo miseria. L’organismo chiavante si mantiene freddo durante tutto l’“atto” sessuale ( la stessa parola “atto” rende ben conto di ciò che avviene). Può “farlo”, “compiendo”, “portarlo a termine”, “impegnarsi” comunque e dovunque come un toro o uno stallone frustrato teneuto per anni lontano da una femina. E vi sono speciali tecniche, accuratamente perfezionate, per arrivare alla femmina sedurla. Il valore vitale di una simile attività è analogo e molto simile a quello di un’automobile rotta rimorchiata da un carro attrezzi, con le ruote anteriori per aria. La costituzione interna della funzione amorosa determina ogni elemento di ogni altra attività dell’individuo. Chi fotte vorrà sempre giungere al suo scopo, insisterà per ottenerlo, lo spingerà dentro, lo tirerà fuori, adotterà speciali accorgimenti per raggiungere efficacemente il suo obiettivo; il carattere masochista resterà una vittima di ciò che il prepotente gli o le farà. Il carattere genitale, invece, lascerà sempre che le cose vadano per il loro verso; si dedicherà attivamente a ciò che sta facendo, sia che si tratti di amare una donna o un uomo, di mettere in piedi un’organizzazione o un lavoro. Chi spinge e chi soffre gireranno intorno al carattere genitale per imparar e ad essere come lui. La tragedia di Cristo segue con la logica ferrea da questo primo impulso dell’individuo corazzato. Per dei due c’è la possibilità di sfuggire alla tragedia finale, in qualsiasi momento, in qualsiasi paese, in qualsiasi strato sociale, finché essi si confronteranno con questi due modi di vita. Nella Terra di Nessuno, tra questi due campi, necessariamente cresceranno i Figli del Futuro. È estremamente importante per qualsiasi futura ipotesi di educazione razionale trovare il mezzo per proteggerli dalla peste emozionale, conseguenza di questa tragedia. Non vi sono problemi di educazione precoce o tardiva che in maggiore o minore misura non dipendano, nella struttura o nelle manifestazioni, dall’esito dalle condizioni che hanno portato all’Assassinio di Cristo. Per lo studioso del carattere orgonomico del ventesimo secolo, Cristo aveva tutte le caratteristiche del carattere genitale. Non avrebbe potuto amare i bambini, la gente, la natura, non avrebbe potuto sentire la vita e agire con tale grazia se avesse sofferto di frustrazioni genitali. Le manifestazioni ben conosciute della frustrazione genitale --- i pensieri osceni, la lascivia, la crudeltà fisica o morale, la falsa dolcezza ---- sono assurdi nell’immagine di Cristo come ci è stata tramandata; sono assurdi a tal punto che la prima domanda che ci si pone è come mai nessuno l’abbia mai capito. Questo è perfettamente analogo al fatto che nessun biologo abbia mai accennato alle pulsazioni orgonotiche ritmiche nelle entità viventi, e che nessuno specialista di igiene mentale abbia mai accennato ai disastri provocati dalla frustrazione genitale durante la pubertà. Cristo non avrebbe potuto essere limpido come acqua d fonte e avere i sensi acuti come un cervo, se la sua sessualità fosse stata pervertita e sporcata dalle frustrazioni dell'unione naturale. Non ci possono essere dubbi: Cristo conosceva l’amore fisico e le donne, proprio come conosceva spontaneamente molte altre cose. La sua benignità, la raggiante facilità di stabilire contatti, la comprensione dell’umana fragilità, degli adulteri, dei peccatori, delle prostitute, dei poveri di spirito, non si adattano a nessun’altra immagine biologica di Cristo. Sappiamo che le donne lo amavano e si trattava didonne savie, belle, esuberanti. Anche questo è un elemento cruciale per comprendere l’assassinio finale di Cristo. Pensare altrimenti significa essere completamente fuori strada. Scrittori indipendenti come Renan hanno espresso chiaramente questo concetto e chiunque conosca chiaramente la vita di Cristo conosce questo segreto. Il mistero diventa più grande quando si pensa che dalla sua vita è sorta una religione che, al contrario di colui che le ha dato origine, ha bandito dal suo ambito il nucleo della funzione naturale e che non ha perseguitato nulla con maggiore accanimento dell’amore fisico. Anche per questo verrà trovata una risposta razionale.



Dal libro di Wilhelm Reich: "l'ASSASSINIO DI CRISTO " edito da SugarcoEdizioni. Chi lo volesse leggere lo trova su   http://www.macrolibrarsi.it/

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